Circa il 25% dei nostri pazienti ricevono una protesi d’anca ad un’età inferiore ai 60 anni ed alcuni di questi sono sportivi e richiedono di poter tornare a svolgere un’attività fisica più o meno intensa e di vario genere. Sono pazienti con alte richieste funzionali e che avendo un’età mediamente più bassa rispetto al paziente medio di 70 anni che riceve una protesi d’anca, hanno maggiori probabilità di andare incontro ad un intervento di revisione protesica dopo circa 20-25 anni, probabilità che aumenta quanto più il paziente è giovane. Da qui nasce la necessità di adottare in tali pazienti tecniche mini-invasive al fine di preservare il più possibile i tessuti nobili, in particolare l’osso. Infatti col tempo, a causa del rilascio di detriti protesici e del fisiologico processo di indebolimento dell’osso (osteoporosi) la protesi può perdere aderenza con l’osso e mobilizzarsi, causando dolore. In tali situazioni è necessario eseguire un intervento di revisione protesica, rimuovendo l’impianto ed utilizzando una nuova protesi più invasiva della precedente. Da qui la l’importanza di avere quanto più osso possibile quando si esegue un intervento di revisione e la necessità di preservarne il più possibile nei pazienti giovani.

Per raggiungere tale obiettivo si possono usare tecniche chirurgiche mininvasive a risparmio del collo femorale e protesi mini-invasive di ridotte dimensioni (stelo corto).

Tra le varie opzioni ci sono le protesi di rivestimento e le protesi a conservazione del collo femorale. Le prime hanno il vantaggio di preservare la testa del femore ma hanno lo svantaggio di avere un accoppiamento metallo-metallo e di rilasciare ioni metallici (a causa dello sfregamento reciproco -metallosi) che sono risultati essere dannosi non solo per l’anca ma anche per organi a distanza come cuore e tiroide. Le seconde invece sacrificano la testa femorale ed una piccola parte del collo femorale ma consentono un accoppiamento diverso (ceramica-ceramica e ceramica-polietilene) evitando il rilascio di ioni metallici, risultando così un perfetto compromesso per il paziente.

I vantaggi delle protesi conservative possono essere così riassunti:

  • Meno dolore post-operatorio;
  • Ridotta incisione cutanea (circa 8-10 cm, anche se mini-invasività non vuol dire fare un taglio più piccolo!!!)
  • Ridotto sanguinamento e di conseguenza minor rischio di ricevere una trasfusione di sangue;
  • Maggior risparmio dell’osso del paziente.
  • Unica controindicazione è l’osteoporosi: quindi pazienti anziani o giovani ma con osteoporosi non sono candidati per questo tipo di chirurgia.